"HOW TO BE A FOOTBALLER"
di Peter Crouch
Penguin Random House - 2018
I vezzi ed i vizi; i riti ed i miti; i luoghi, i ruoli, i modelli di riferimento.
In questo godibilissimo libro Peter Crouch traccia il profilo del calciatore degli anni duemila,
attingendo alla propria lunga esperienza personale ed inserendo molti elementi autobiografici.
Il volume è stato pubblicato nel 2018, quando l’Autore militava nello Stoke City e si apprestava a
chiudere la propria carriera, iniziata nel 1955 nelle giovanili del Tottenham Hotspurs e terminata nel 2019 al Burnley..
In termini strettamente calcistici, Crouch ha attirato subito l’attenzione del pubblico e della stampa per il suo fisico, caratterizzato dalla notevole altezza (203 cm) e da una grande magrezza (appena 75 chili).
Una simile struttura, emersa già nell’adolescenza, lo ha certamente agevolato rispetto ai pari età
negli anni della formazione sportiva, ma lo ha anche esposto agli abusi verbali delle tifoserie
avversarie, non di rado contrastati dalla solitaria opposizione padre, suo principale tifoso.
Il libro si snoda in 25 agili capitoli, dedicati agli aspetti che identificano lo stereotipo del moderno
calciatore di successo (denaro, case, musica automobili, tatuaggi, acconciature, abbigliamento), alle nuove frontiere della socialità e della comunicazione della squadra (viaggi, spogliatoi, ritiri,
alberghi, social media), ma anche ad aspetti più direttamente legati al momento agonistico
(allenamenti, stadi, superstizioni prepartita, gesti tecnici, calcio mercato, i ruoli di portiere,
difensore, centrocampista, attaccante, allenatore).
Il tutto viene abilmente mixato nel testo e soprattutto esposto con il notevole tratto di ironia ed
autoironia che ha portato Crouch a divenire uno dei commentatori più apprezzati del panorama
televisivo sportivo inglese.
Oltre alla vasta aneddottica, riguardante tante personlità di spicco del mondo del calcio (da Ronaldo a Capello, da Rio e Les Ferdinand a Rooney, da Eriksson a Schmeichel, passando per Cole, Terry, Zola, Redknapp, Benitez, Roy Keane, Cannavaro, Carew, Vialli e Mancini) il volume contiene anche considerazioni e valutazioni molto interessanti sui due punti di forza del gioco di Crouch, ovvero il colpo di testa ed il gioco di volo.
Data l’altezza, il gioco aereo è entrato quasi inevitabilmente a far parte del repertorio dell’Autore,
ma è stato affinato nel tempo (bello l’omaggio al maestro e modello, il grande Niall Quinn), con
un’attenzione che ha consentito a raggiungere il record di gol di testa segnati in Premier League
(51).
Al contrario, la passione per i tiri al volo si è sviluppata fin dalla giovane età in apparente contrasto con le leggi della fisica e della più ortodossa coordinazione, ma ha portato Crouch a realizzare gol fenomenali con volee, girate e addirittura rovesciate.
Il capitolo conclusivo è dedicato a quello che l’Autore considera l’esempio del perfettodel
calciatore moderno, ossia Steven Gerrard: del glorioso capitano vengono, infatti, esaltate le doti
tecniche, tattiche e caratteriali, che ne facevano una sorta di secondo allenatore in campo.
Nel complesso, il libro mi è molto piaciuto per la leggerezza con cui descrive molti aspetti del
calcio attuale senza mai cadere in inutili luoghi comuni ma anche senza negare le indubbie
differenze negative rispetto a quello che lo stesso Crouch ha conosciuto nei primi anni della sua
carriera, ed ancor più con quello più risalente, che in tanti con buone ragioni rimpiangiamo.