"GOALS "
di Gianluca Vialli
Mondadori - 2018
Il libro, uscito nel 2018, contiene 99 storie; anzi, 98 più una - l’ultima e la principale - con cui l’Autore racconta la malattia che lo ha recentemente colpito ed il percorso della convalescenza.
Proprio in questo periodo di recupero Vialli ha raccolto le belle frasi – tratte dalla filosofia orientale e dalla saggezza popolare, tutte di grande impatto motivazionale – che cita all’inizio dei capitoli.
Ognuno di essi racconta brevemente la vicenda di uno sportivo che con tenacia e determinazione enormi è riuscito a superare ostacoli (naturali, sociali od economici) apparentemente insormontabili ed a raggiungere risultati eccezionali, che con il solo talento non sarebbero mai potuti arrivare.
Le storie attraversano varie epoche, varie latitudini e riguardano tantissimi sport. Alcune sono più conosciute (ad esempio, quelle di Mohamed Ali, Martina Navratilova, Pietro Mennea, Niki Lauda), altre meno, ma risultano comunque tutte appassionanti.
Il formato del libro, con capitoli agili e di poche pagine, lo rende una sorta di breviario laico, da centellinare giornalmente o comunque da gustare poco per volta. Leggendo troppe storie in sequenza, infatti, si corre il rischio di sovrapporle senza cogliere il significato profondo di ognuna.
Pur non avendo i picchi di eleganza dei libri di Emanuela Audisio (che però contengono molte meno storie), in questo la scrittura è molto piacevole, leggera e velata di ironia.
Sono tutti tratti distintivi di Vialli, che fin dai tempi in cui giocava si è fatto apprezzare anche per la notevole intelligenza e per la capacità di analisi. Una conferma in questo senso arriva dal suo primo libro – The italian job – che, oltre a contenere una breve autobiografia sportiva, descrive in maniera mirabile il diverso approccio al calcio nei contesti italiano ed anglosassone.
Viste le caratteristiche del Vialli giocatore e la sua carriera, che ha incrociato i principali trionfi dopo pesanti momenti di crisi (lo scudetto Samp dopo Italia 90, le vittorie alla Juve dopo la finale di Wembley ed i difficili primi anni a Torino) non si può dire che già prima della grave prova affrontata nel periodo scorso l’importanza dell’abnegazione e della forza di volontà gli fosse sconosciuta: tutt’altro.
L’obiettivo del libro, apertamente dichiarato, è però affermare che quelle doti possono essere decisive per raggiungere ogni risultato, soprattutto in battaglie complicate.
E’ una tesi confermata dalla comune esperienza ed ormai anche da evidenze scientifiche, ma queste storie di sport, al di là della loro intrinseca bellezza, rappresentano un’ulteriore ed importante testimonianza.
Due particolari da segnalare: la dedica a Ray (verosimilmente Wilkins, vice di Vialli al Chelsea, scomparso poco prima che il libro uscisse) e la destinazione dei proventi alla Fondazione che l’Autore ha creato con Massimo Mauro, e che si occupa di sport e ricerca.
Anche a prescindere dalle nobili finalità, è un libro decisamente bello, che si può regalare a chiunque abbia curiosità per lo sport in generale e per la sua epica senza tempo.